La Convenzione Card regolamenta il risarcimento diretto, che consente all’assicurato di ricevere quanto gli spetta per un incidente con ragione dalla propria compagnia, invece che aspettare i tempi di quella della controparte. Le “No Card” hanno quindi costi inferiori, a fronte di attese per il risarcimento più lunghe. Ecco come funziona un risarcimento tra assicurazioni Card: la compagnia “A” del guidatore che ha ragione gli pagherà tutti i danni. Dalla compagnia “B” del responsabile, però, la “A” riceverà non l’ammontare esatto, ma un forfait, stabilito ogni anno sulla base di numerosi parametri e calcoli complessi. Il sistema funziona e le assicurazioni, a fronte di un’importante semplificazione contabile, non ci perdono. Questo meccanismo non crea alcun problema tra veicoli della stessa categoria: auto e auto, moto e moto e camion e camion. I problemi emergono quando l’incidente avviene tra veicoli diversi: il motociclista che ha ragione viene risarcito al 100% dalla propria assicurazione, che – a sua volta – riceve il “forfait moto”, che ammonta a poco più di 1.200 euro (qui si parla di incidenti lievi, quelli gravi sono esclusi dal risarcimento diretto). I veicoli più favoriti da questo sistema sono i camion: ipotizzate un sinistro (lieve) moto-camion, un Tir che schiaccia una moto ferma dal benzinaio. Il motociclista riceve diverse migliaia di euro dalla propria assicurazione che, a sua volta, riceve in cambio il forfait moto. Quindi assicurare moto è svantaggioso, di conseguenza le polizza costano di più. Secondo uno studio dell’università LUISS di Roma, per riequilibrare il sistema sarebbe sufficiente, lasciando in vigore l’indennizzo diretto, risarcire a piè di lista i soli sinistri che coinvolgono una moto, lasciando in vigore il forfait per le altre categorie di veicoli. 105 euro in più Tra poco più
di due anni ogni motociclista potrebbe trovarsi a sborsare 105 euro extra ogni anno, il costo stimato dei due provvedimenti per ciascun motociclista.