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Fabrizia Pons, Lady Motori

Esile, ma tenace, testarda e con una buona manetta: la pilotessa torinese è stata l'unica donna a correre con continuità nel motocross nazionale tra il 1971 e il 1975. Poi, l'amore per le auto da rally

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Fabrizia Pons nel 1972 in sella a una Penton 125 (una KTM modificata nel telaio e nelle sovrastrutture)

Fabrizia Pons ha corso, come navigatrice, nel Mondiale Rally e nel Rally Raid automobilistici in team ufficiali dal 1981 fino al 2007.Torinese, classe 1955, prima di sfiorare l’iride in coppia con Michèle Mouton, è lei stessa ottima pilota di rally, tanto da chiudere al nono posto assoluto il Sanremo 1978, prova italiana del mondiale rally.

La straordinaria passione per i motori è però ancora meglio descritta dall’essere stata l’unica donna a correre con continuità nel panorama nazionale motocross tra il 1971 e il 1975. Da giovanissima viene indirizzata dalla mamma verso la danza classica, ma Fabrizia – pur non avendo amici o parenti impegnati nell’agonismo – si innamora del fuoristrada.

A 15 anni si fa regalare una Aspes 50 (formalmente per andare a scuola, ma poi utilizzata per correre nella categoria Cadetti), presto sostituita da una più potente Ancillotti 125 di cui segue personalmente la manutenzione, tra lo sconcerto degli amici interdetti dalla passione per uno sport per antonomasia maschile.

Poi è il turno di una KTM 125, quella che Fabrizia descrive come “Una pessima idea. La moto era brutale, con potenza solo in alto. Probabilmente ci ho passato più tempo incastrata sotto che in sella”.

Di seguito, arriva una Maico 250 testa quadra “Più dolce e guidabile, ma purtroppo pesantissima”. La torinese è conscia di affrontare una sfida quasi impossibile “Il motocross era una passione enorme, però mi rendevo conto di quanto fosse difficile per una donna, oltretutto esile come me: i mezzi a quei tempi erano ruvidi e pesanti e richiedevano uno sforzo fisico esagerato. Quando cadevo, molto spesso rimanevo lì per terra, incapace di liberarmi. Però ero giovanissima, a quell’età non si ragiona troppo”.

L’obiettivo di Fabrizia è qualificarsi per le batterie; quando raggiunge questo obiettivo, spesso arriva in testa alla prima curva, favorita da una ottima tecnica in partenza e dal suo peso piuma. Nel 1975 la Moto Villa, vedendo in lei un valido strumento pubblicitario, le affida una 250 ufficiale: responsabilizzata da questa promozione, Fabrizia rischia ancora di più, fino a incappare in un grave incidente: “Da anni ero il migliore cliente del reparto di ortopedia a Torino, ma questa volta per alcune settimane rischiai l’amputazione del piede. Era veramente troppo, anche per mia mamma che viveva nell’angoscia. Decisi a malincuore di passare alle quattro ruote con una A112 Abarth; in quell’anno Lella Lombardi si era fatta valere in Formula 1, era già una cosa più normale”.

Dopo avere ottenuto ottimi risultati come pilota, passa al ruolo di navigatore e in coppia con la bravissima Michèle Mouton sfiora una impresa storica, vincere il mondiale rally 1982, chiudendo il campionato in seconda posizione. “Sarebbe stato clamoroso che un equipaggio femminile vincesse il Mondiale Rally, oltretutto con quelle auto incredibili che erano le Gruppo B, le più potenti mai apparse nella specialità – commenta la Pons – Erano vetture spaventose, ma mi fidavo ciecamente di Michèle, e poi, dopo tutti gli incidenti in moto, non avevo più paura di nulla!”.

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