Primo contatto
Negli ultimi due anni il marketing
Kawasaki ha “partorito” idee fresche ed innovative in quantità.
L’ultima
è questa Z750, la media naked che rispetto alle concorrenti dirette (Hornet
e Fazer 600) è più potente e costa meno: 748 cc per 110 CV e 7.470 euro.
Esce di scena l’apprezzata ZR-7.
E’ avvenuta sulle strade dell’Andalusia
la prima presa di contatto dinamica con la nuova Kawasaki Z750.
L’intento dichiarato di questa bella media naked è di fare concorrenza
alle vendutissime Hornet 600 e Fazer 600. Le frecce al suo arco sono tante,
il prezzo innanzitutto, davvero competitivo ma anche il fatto
che
per quella cifra ci si porta a casa una
“settemmezzo” che, psicologicamente,
fa un bell’effetto.
Poi si sale in sella e dopo qualche chilometro salta fuori che il vantaggio
è ben più tangibile di una semplice sensazione: la Z750 ha più coppia
delle 600, è più trattabile e fluida della sorella maggiore
Z1000 e quando si vuole guidare sportivamente i 110 CV sanno offrire
belle soddisfazioni.
Vi chiederete come fa però a costare meno,
anche se di poco, delle concorrenti seicento. Si è risparmiato dove si
poteva risparmiare, quindi in maniera razionale. Al posto degli
“stilosi”
quattro terminali di scarico della Z1000, c’è un bel 4-in-1 con
silenziatore
ovale in acciaio. La forcella è di tipo tradizionale con
steli da 41 mm anziché upside-down ed i freni prevedono dischi da
300 mm con pinze a due pistoncini all’anteriore e 220 mm con pinza
a mono-pistoncino al posteriore.
La cura dei dettagli non manca ma
è il livello generale della componentistica ad essere mediamente meno ricercato
che sulla Z1000: la leva del freno posteriore e la relativa pompa non sono
bellissimi ed anche lo sdoppiamento del circuito idraulico per il freno
anteriore è a vista sopra al parafango anteriore. Le leve al manubrio
però sono regolabili ed i cerchi ruota hanno lo stesso disegno
a 6 razze della supersportiva ZX-10R. Le coperture del radiatore
sono meno estese e ci sono viti motore color oro che risaltano parecchio.
Il telaio ha la stessa struttura
realizzata per la Z1000, quindi due grosse travi in acciaio a cui è
appeso il motore. Il forcellone è un elemento scatolato
in acciaio ed è collegato al monoammortizzatore (regolabile
nell’idraulica
e nel precarico) tramite leveraggi progressivi in alluminio.
Tra le altre differenze degne di nota rispetto
alla Z1000, ci sono le pedane passeggero ancorate al telaietto reggisella
ed il cupolino, più piccolo e dalla forma diversa, con feritoie
devi-flusso brevettate, che con sorpresa protegge discretamente fino
a velocità codice.
Il motore è il risultato della “riduzione”
a 748 cc del 4 cilindri 16 valvole (raffreddato a liquido)
che equipaggia la versione di maggiore cilindrata. Le modifche riguardano
ovviamente le misure di alesaggio x corsa (68,4 x 50,9 mm) ma anche
la testata, la camera di combustione e l’interasse delle valvole.
L’alimentazione
è ad iniezione elettronica con corpi a doppia farfalla da 34 mm.
Il cambio è a 6 rapporti e le emissioni inquinanti rispettano i
limiti della normativa euro2 grazie al sistema Kawasaki denominato
“KLEEN” ed al catalizzatore allo scarico.
Come va
Sulle tortuose strade andaluse c’è da divertirsi parecchio ed in
sella
alla Z750 i pruriti sportivi non tardano a farsi sentire. Protagonista
assoluto è il motore e come sospettavamo scorrendo i dati tecnici, rispetto
alla Z1000 ha guadagnato molto dove serve su una moto di questo
tipo: i regimi bassi e medi, senza perdere la piacevole
cattiveria
che si fa sentire dai 6.000 giri in su fino agli 11.000 del regime di potenza
massima.
Fino a 4.000 giri è corposo e l’erogazione è fluida e
lineare su
tutto l’arco di coppia, permettendo di ridurre l’uso del
cambio anche
sulle strade ricche di curve.
Nella marcia autostradale, a 130 indicati, il motore si attesta sui
6.000 giri, regime al quale compaiono le prime vibrazioni a pedane
e manubrio che al salire della velocità si estendono anche alla
sella.
Quest’ultima è di impostazione sportiva, quindi dura ed anche il
passeggero non è che stia tanto meglio: sella piccola ed al
“secondo
piano”, pedane alte e nessun maniglione a cui reggersi. Va meglio
per quanto riguarda la protezione aerodinamica: il rastremato cupolino
devia una gran quantità d’aria permettendo trasferimenti non troppo
faticosi.
La guida della Z750 è divertente ed appagante. Si possono tenere
le marce alte anche per curvare, sicuri di non trovarsi col motore
“vuoto”
in uscita di curva. La maneggevolezza è ottima e la tenuta di
strada offerta dalla Bridgestone BT019 e BT012 (120/70-17 e
180/55-17) di primo equipaggiamento è di buon livello, garante di notevoli
angoli di piega a patto di non adottare una guida troppo nervosa.
La taratura di base delle sospensioni è piuttosto morbida
e la forcella, non regolabile, è abbastanza cedevole nella prima
parte di escursione. La scorrevolezza è buona e si ha sempre la
corretta percezione del profilo del manto stradale.
Brusca invece la risposta del monoammortizzatore sulle asperità
pronunciate ma vi si può in parte ovviare grazie alle regolazioni
di cui si dispone (4 di idraulica e 7 di precarico).
Anche la stabilità è soddisfacente e nel complesso la Z750 si è
rivelata sicura e facile, senz’altro adatta quindi anche ad un
pubblico magari non alle prime armi ma poco esperto sì. L’altezza da
terra della sella inoltre va incontro anche all’utenza femminile.
Il pilota più smaliziato troverà in ogni caso “pane per i suoi
denti”
perché la Z750 è versatile sì ma anche “cattiva” quando si
vuole
forzare il ritmo. Ciò per cui invece senz’altro non è fatta è il
turismo
in coppia a lungo raggio, meglio limitarsi alle escursioni di qualche
centinaio di km per tornare troppo affaticati.
La frenata infine si è rivelata sempre all’altezza della
situazione
per potenza e modulabilità, aspetto quest’ultimo particolarmente
apprezzabile
sul freno posteriore, che consente di correggere errori di
traiettoria con una leggera pressione sul pedale.
Trattandosi di un test non siamo ancora in grado di dare indicazioni sui
consumi ma non mancheremo di farlo nella prova completa che effettueremo
nei prossimi mesi, magari proprio in comparativa con le concorrenti
dirette…