Schuberth Performance è la piccola (e più redditizia) delle quattro divisioni del colosso tedesco dei caschi, che ha festeggiato i 100 anni di attività lo scorso anno. Ed è l’unica “non tedesca”: a differenza delle altre tre (moto, lavoro, militare), è basata infatti a Schio (VI) ed è interamente gestita da italiani, a partire dal CEO Alberto Dall’Oglio.
La piccola filiale veneta (ha circa 25 dipendenti) specializzata nella lavorazione della fibra di carbonio, realizza interamente i caschi per il motorsport – dalla Formula 1 fino ai modelli per il karting – e le calotte del C5 Carbon, il modulare da moto in fibra di carbonio costruito con le stesse tecniche utilizzate per i caschi di Formula 1.
Per realizzare la calotta del C5 carbon si parte da fibra di carbonio preimpregnata. Cioè, le resine vengono distribuite su fogli di fibra mediante immersione oppure spruzzate, in questo modo si ha una distribuzione assolutamente uniforme. È la stessa tecnologia usata per i telai di F1 o per i forcelloni delle MotoGP. Questi grandi (e costosi) fogli arrivano da un’azienda specializzata del sud Italia controllata da un colosso giapponese del carbonio e devono essere conservati a 15° sottozero, in un grande freezer, altrimenti la fibra impregnata si deteriora. Tolti dal freezer vengono ritagliati al laser nelle varie forme che poi comporranno la calotta.