C’è vero progresso - diceva Henry Ford - solo quando i vantaggi di una nuova tecnologia diventano per tutti. E, aggiungiamo, diventano per tutti quando vengono capiti. Che la semplicità sia il miglior veicolo del sapere (ma anche della bellezza) è una verità meno scontata di quanto si pensi. Tradotto nell’ambito dell’automotive si potrebbe dire che la capacità di sintetizzare forme e soluzioni ha sempre qualcosa di moderno e nobile. Il design del futuro risponde spesso a questi principi. È ancora più vero per quella frontiera verso cui noi motociclisti, figli del secolo della “pesantezza” e del “rumore” dobbiamo, volenti o nolenti, rivolgerci: l’elettrico. Il prodotto che in questo ambito è riuscito meglio degli altri a interpretare il mercato è Askoll (da gennaio ad agosto 2019 sono state fatte 647 immatricolazioni di eS2/eS3; e 578 registrazioni del ciclomotore eS1) e non ci stupisce che l’abbia fatto con mezzi semplici, immediati, dal design “popolare”, oltretutto 100% made in Italy. Lo slogan del centro stile Emo Design cui il fondatore dell’azienda vicentina, Elio Marioni, ha affidato la sua idea di mobilità democratica si avvicina molto a quello di Henry Ford che abbiamo citato, ma è pronunciato da un altro grande innovatore, Leonardo da Vinci: “La semplicità è l’ultima delle sofisticazioni”. Askoll ha disegnato il suo scooter elettrico agendo per sottrazione, dandoci una lezione di leggerezza. I due eS EVOlution sono dotati di motore elettrico brushless con potenza di 2.2 kW (eS2) e 2.7 kW (eS3) e sono alimentati da due batterie al litio da 2.090 e 2.820 Wh, collocate sotto la sella che, insieme, pesano rispettivamente 15,2 e 16, 2 Kg. Possono essere estratte e ricaricate in una normale presa di casa (ogni kWh richiede circa 3 ore) e non è necessario aspettare che siano del tutto scariche per attaccarle alla corrente o che siano totalmente cariche per staccarle. Il modello che abbiamo testato è l’evoluzione dell’eS3, che avevamo avuto modo di provare poco meno di un anno fa (Motociclismo di dicembre 2018): montava lo stesso motore e una batteria da 2.160 Wh, che si ricaricava in 13 ore (invece delle attuali 9).