Che le CB500 siano ben più di “moto per neopatentati” lo dicono prima di tutto i numeri. Il successo che hanno avuto sin dal debutto, nel 2013, è stato consistente e soprattutto trasversale. I diciottenni rappresentano solo una parte degli acquirenti, nemmeno la principale. Si può dire insomma che quando Honda diede vita a questa famiglia vide lontano. Le tre bicilindriche svelarono che la richiesta di moto accessibili tanto nel prezzo quanto nella gestione veniva da più parti. Difficile non vedere un legame tra quell’intuizione e il grande successo che sta avendo, per esempio, la Benelli TRK500.
L’evoluzione di CB500F, CB500X e CBR500R è fin dall’inizio coerente col loro posizionamento. Nel corso degli anni sono diventate via via più mature e i modelli 2022 rappresentano una tappa importante in questo percorso. La forcella “rovesciata”, l’impianto frenante con doppio disco e vari altri miglioramenti rappresentano un bel passo avanti sia a livello tecnico sia nell’ambito della … presenza scenica.
Leggermente modificato a livello di mappatura di iniezione, il bicilindrico delle tre CB è, oggi come ieri, splendidamente azzeccato. Un lato apprezzabile del suo carattere sono i modi gentili. La frizione è “morbida” e modulabile, il cambio è a punto e la folle si trova sempre facilmente. L’erogazione è elastica e regolare fin dal minimo, e a differenza di quanto accade con concorrenti di cilindrata inferiore si può guidare di buon passo senza ricorrere spesso al cambio. La schiena dignitosa delinea una guida da moto adulta, che permette l’utilizzo di un ampio range di erogazione. Questo, tra le curve, fa la differenza tra il poter tenere la marcia e il doverla scalare. Medi dignitosi confluiscono in alti convincenti. Parliamo di un vispo crescendo di spinta interrotto dall’intervento del limitatore solo dopo un godibile allungo. Un bel cambio elettronico permetterebbe un’immersione ancora più credibile in una guida dal sapore racing, ma non si può avere. Peccato: nella categoria iniziano a vedersi quickshifter, controlli di trazione e acceleratori ride by wire. Le CB non mettono a disposizione nulla di tutto ciò. La risposta al gas è comunque molto dolce, ma è indubbio che con un acceleratore elettronico potrebbe esserlo ancora di più. Mentre sul TC c’è poco da dire, è un dispositivo di sicurezza e quindi sarebbe meglio averlo.
Identiche nel cuore, le CB trovano la loro personale identità nelle rispettive caratteristiche di guida. Tra loro esistono comunque vari punti di contatto che nascono da una ciclistica per buona parte condivisa. Più di ogni altra cosa, sono accomunate da facilità ed equilibrio. Si comportano con naturalezza in ogni situazione da zero alla massima velocità, con uno sterzo sempre neutro e un’esecuzione dei movimenti fluida e veloce. Tutte e tre hanno guadagnato impianti frenanti migliori. La modulabilità della potenza frenante è ottima oggi come ieri, ma a parità di forza applicata alla leva si ottiene una decelerazione più intensa. Questo permette di fare belle frenatone senza dover “strizzare” il comando.