Certamente, col suo peso piuma - la leggerissima Yamaha MT-07 pesa un solo kg in meno! - è tra le naked più rapide a cambiare direzione e a scendere in piega. E il motore è nientemeno di una goduria, in linea con le aspettative che puoi riporre in un bicilindrico modernissimo, potente e ricco di coppia. Fluido poco oltre i 1.500 giri/min, spinge bene ai bassi (80 Nm a 3.000 giri/min), ha medi soddisfacenti e grinta da vendere in tutta la parte “alta” del contagiri, oltre che un cambio rapido e preciso, una frizione poco resistente da azionare e ben modulabile e una risposta al gas eccellente. Traducendo tutto ciò in sensazioni di guida si delinea una gran bella moto ma - questo è il punto - manca ancora qualcosa.
La differenza tra la fredda efficienza della nuda descritta fin qui e l’entusiasmo che la Duke mostra nella e trasmette alla guida è nella vivacità che possiede a qualunque andatura. Sarà forse merito della posizione di guida vagamente “motardesca” (vita larga una spanna, busto dritto, manubrio abbastanza alto) che ti offre nei confronti del percorso una sensazione di padronanza paragonabile a quella di Kate Winslet sulla punta del Titanic - senza però le noie dell’affondamento con nuotata in acque ghiacciate. E sicuramente le gomme di primo equipaggiamento super performanti (letteralmente appiccicate a terra) e l’erogazione pronta, decisa e coinvolgente di questo twin contribuiscono. Fatto sta che ogni metro di asfalto è una festa, ogni curva un invito. E così, eccoti nello stretto a puntare il centro curva con una gran frenatona per poi “mollare” il freno, piegare la moto in un amen (ottima la luce a terra) e lanciarti sul rettilineo con la ruota anteriore all’insù. Eccoti, in un tratto scorrevole, a infilare una piega dopo l’altra col ginocchio a due dita dall’asfalto, godendoti un avantreno che mai avresti pensato essere (anche) così rigoroso e preciso. Il tutto, col contorno di accelerazioni immediate, febbrili e profondamente soddisfacenti - e, volendo, di ingressi in curva in spazzolata.
Solo la comparativa dirà se la 890 Duke R è, in effetti, più veloce della Street Triple RS su strada e in pista. Per ora, rileggendo quanto scrivevamo dell’inglese lo scorso anno (“Allo stesso passo al quale una Yamaha MT-09 o una KTM 790 Duke sono vive e vivaci, coinvolgendoti attivamente nella guida, lei è come annoiata: perfetta, impassibile. Perché le cose si facciano divertenti per entrambi, moto e pilota, è necessario alzare il ritmo”), c’è solo una cosa sulla quale scommetteremmo: la Kappa è più divertente.