La GSX-8R è una sportiva dal look corsaiolo, che si rifà a modelli mitici della Casa, con semimanubri alti e piuttosto aperti. Appena ci siamo avvicinati a lei la prima domanda che ci è venuta in mente è stata: “non sarà un po’ troppo aggressiva per una moto nata per essere guidata su strada come in pista con la stessa efficacia?” Si potrebbe pensare di sì, visto anche il suo aspetto racing, ma alla prova dei fatti, dopo i pochi chilometri che servono per prendere confidenza con lei, si scopre che non è così estrema come può apparire. In sella si viaggia un po’ “incassati” ma non scomodi, in una posizione per niente sacrificata a dispetto di quanto il suo look da “stracciacordoli” possa far immaginare. La posizione di guida è sì sportiva, ma l’ergonomia è ben studiata e non si avverte un eccessivo carico sui polsi. Di conseguenza la 8R è gustosa usata sulle strade più movimentate, così come è a suo agio per gli spostamenti urbani. Rispetto allo sorella 8S si è seduti con il busto leggermente più inclinato in avanti ma, al di là di quanto si possa pensare c'è anche un minimo di comfort. Le sospensioni, come vedremo, agiscono da buon filtro per le asperità e la carenatura protegge bene la parte inferiore del corpo. Il cupolino, invece, dona alla moto un look veramente aggressivo, ma non offre riparo. L'aspetto "positivo" è che l'aerodinamica è studiata per fare in modo che il flusso d'aria che si riceve sul corpo è "continuo", senza quindi fastidiose turbolenze. In ogni caso nel catalogo di accessori è disponibile un cupolino di 27 mm più alto, che dovrebbe migliorare la situazione. Anche se a velocità autostradali la moto vibra un po’, soprattutto sulle pedane, la posizione di guida non così estrema, la protezione aerodinamica offerta dalla carenatura e il piccolo plexi possono essere motivo in più per preferirla rispetto a una naked.
Tra le curve, rispetto alla 8S (facciamo il riferimento solo per fissare un termine di paragone) la 8R è più direzionale; se la naked scatta da una curva all’altra, la carenata arrotonda le linee, con un avantreno solido e preciso, e va guidata piu con il corpo per farle chiudere le traiettorie. Difficile spiegare questa differenza in termini tecnici confrontando le geometrie, ma ciò che cambia tanto sono i semimanubri (più chiusi, più stretti e più bassi rispetto al manubrio della 8S) e di conseguenza la posizione di guida e la distribuzione dei pesi, più caricata sull'anteriore. Tuttavia non le manca di certo l’agilità, con la 8R che risponde rapida ai comandi scendendo in piega veloce ma rotonda, e si può fare sempre affidamento ad un avantreno preciso e comunicativo, capace di infondere sicurezza. Ottima in percorrenza, questa sportiva mantiene la caratteristica rotondità delle traiettorie anche nella fase di riallineamento, in uscita di curva e nelle esse più o meno accentuate. Nulla da dire nemmeno sul veloce, dove una ciclistica a puntino le permette di seguire le traiettorie senza sbavature.
Le sospensioni sono un ottimo compromesso tra comfort, sportività e stabilità: assorbono bene le asperità del manto stradale senza trasmettere fastidiose vibrazioni. Forcella e mono sono ottimi entrambi e garantiscono una gestione dei trasferimenti di carico e una precisione in percorrenza superiori a quelle generalmente offerte dalle “entry level”. La 8R è una moto che risulta ben equilibrata e scorrevole, dotata tra l’altro di un avantreno che trasmette parecchia confidenza, un punto di riferimento se parliamo di resa dinamica tra le curve. Questo vale sia su strada, sia in pista dove, con gomme adatte allo scopo (noi l'abbiamo provata con le Dunlop SportSmart TT tra i cordoli, su strada con le RoadSport 2 di primo equipaggiamento) ci si trova con lei ben piantata a terra a entrare in curva col freno anteriore tirato, per poi mollarlo immediatamente e conservare oltre ad una gran piega una soddisfacente velocità di percorrenza. A quel punto subito gas “in mano”, e via verso la curva successiva, che si affronta con busto e ginocchio inclinati verso l’interno della traiettoria e un gran sorriso sotto il casco. La frenata è morbida: il mordente dell’anteriore è “stradale”, cioè non aggressivo né all’attacco, né nella seconda fase della pinzata e quindi, quando si guida tra i cordoli, per una decelerazione più decisa occorre spingere con decisione sulla leva. Giusta la potenza del posteriore, poi ovviamente se si esagera interviene subito l’ABS, ben tarato e dall’intervento soft.
Il motore, tanto di cappello! È sempre lui. Questo twin è un gran bel compagno di guida che ha come punto di forza la spinta ai bassi e medi. La GSX-8R esce dalle curve con una bella grinta, stuzzicante persino per chi è abituato ad avere a che fare con motori più vigorosi. La sua progressione è decisa, addirittura pungente nelle marce “basse” e la ripresa diventa poi vivace con quelle “alte”, che permettono di limitare l’uso del cambio al minimo sindacale. Solo tenendo la lancetta del contagiri tra i 7.000 giri/min e l’intervento del limitatore, impostato appena prima dei 10.000, l’erogazione si appiattisce un po’, con la spinta che risulta costante, senza guizzi, sicché appare emozionalmente indifferente cambiare marcia a un regime piuttosto che un altro, all’interno di questa forbice. In ogni caso, la potenza che la 8R mette a disposizione è in assoluto più che sufficiente a far divertire e la moto è tutto fuorché lenta. Le tre mappature sono ben differenziate, con solo un leggero effetto on off nella modalità A, la più "aggresiva"; per questo motivo su strada abbiamo preferito la B, che offre la stessa potenza massima, ma un'erogazione più rotonda. Il controllo di trazione è ben funzionante, mentre il cambio elettronico bidirezionale (di serie) funziona molto bene “a salire” di marcia grazie a innesti veloci, precisi e contrastati il giusto, mentre è migliorabile in scalata, dove la forza da applicare al comando è superiore alla media.