Mettendo in moto il tre cilindri, ci avviamo da Varese verso il Lago Maggiore, guidando la Dragster 800 RR nelle strade cittadine prima di infilarci in una bella strada tutta curve. In città, il tre cilindri di Schiranna è sempre stato un motore scalpitante: lui, a gas costante, non ci voleva mai stare. Stavolta, invece, rimaniamo quasi sorpresi: l’erogazione in mappa Normal (una delle quattro presenti oltre a Sport, Rain e la personalizzabile Custom) è fluida e quasi senza strappi, l’effetto on-off è quasi azzerato e questo dettaglio, abbinato a una frizione morbida il giusto e ben modulabile, regalano una guida “quasi” confortevole. MV Agusta quindi si migliora esponenzialmente nelle situazioni in cui oltre il 90% dei clienti utilizza la moto, ovvero in città. Ovviamente non vi stiamo dicendo di buttare via il vostro scooter e di spendere 19.330 euro per affrontare il traffico urbano per dirigervi in ufficio, ma che la Dragster non è più una MV Agusta che scalpita e che ti fa capire che vuole solo fare le curve. Dunque, una moto più facile da guidare a basse velocità, caratteristica che viene espressa anche da un favoloso cambio elettronico up&down, capace di lavorare fluidamente anche a ritmo urbano. La frenata inoltre è ben modulabile, non ha più un attacco aggressivo, ma è ben modulabile e potente solo se si spreme la leva. Il vostro passeggero potrebbe essere contento di questi accorgimenti più “civili” in termini di guida, ma dubitiamo possa arrivare ad accorgersi di tutti questi dettagli: la Dragster 800 RR, sebbene sia omologata per due e disponga forse delle pedane del passeggero più belle del mondo (si nascondono in maniera efficace nelle linee della moto) offre pochissimo spazio sulla sella, non dispone di nessun tipo di maniglie e la distanza tra pedane e seduta è davvero ridotta, costringendo il… malcapitato a una posizione davvero scomoda. Senza menzionare il fatto che la sella, oltre che essere dura, è anche leggermente scivolosa.
Ammaliati dalla facilità di guida della moto nel traffico, dove apprezziamo la sua agilità ma non la sua comodità in sella, ci dirigiamo verso una strada tutta curve, tornanti e svelti cambi di direzione. In questo habitat, MV Agusta ci rimette con i piedi per terra: andare subito veloce con questa moto è roba da pilota esperti, bisogna prenderci mano chilometro dopo chilometro. La moto è estremamente reattiva, e con un avantreno così stabile ma altrettanto leggero bisogna essere immensamente precisi per guidare in maniera fluida. L’erogazione più fluida ci aiuta, così come una frenata non troppo brusca, ma che rimane decisa e vigorosa proprio come la risposta del motore da 140 CV. Inoltre, se la strada non è perfettamente asfaltata, l’assetto molto rigido vi trasmetterà tutte le asperità e scomporrà la moto se non si è estremamente meticolosi nelle manovre. L’ingresso curva è forse la parte più complicata quando si prende dimestichezza con questa moto, proprio per una questione di feeling che si va a creare più tempo si passa in sella. È quasi impossibile spremere al limite questa moto su strada, in quanto ciclistica e motore possono portarvi davvero a ritmi al di fuori di qualsiasi logica… sempre che siate in grado di gestirli!
Passiamo quindi ad una strada più veloce, con lunghi curvoni in appoggio. È qui che, a nostro avviso, si apprezza la potenza e la coppia infinita del motore scaricata a terra dallo pneumatico posteriore 200/50. Letteralmente infinita: la voce rauca che sentiamo dallo scarico a circa 5.000 giri si fa decisamente più marcata ad ogni apertura del gas, e il tre cilindri inizia a spingere talmente tanto che arrivare a limitatore (13.800 giri) è impossibile; già in zona 11.000 giri/min sentiamo l’esigenza di cambiare marcia dato che il motore offre tantissima coppia già ai bassi-medi regimi. La potenza massima, invece, arriva a quota 12.300 giri. Quando si alza il ritmo, il quickshifter è ancora più apprezzabile, con cambiate precise anche in frenata: buttate tutte le marce in rapida sequenza e lei eseguirà il vostro comando in maniera magistrale, anzi, sublime come la nota dello scarico che ci accompagna. Buono anche il lavoro svolto dal traction control (regolabile su 8 livelli), una vera e propria “mano invisibile” pronta ad assisterci quando più ne abbiamo bisogno. L’assetto rigido, in queste situazioni, è perfetto, inoltre possiamo cercare di prevenire gli sbacchettamenti dell’anteriore – leggero ma preciso come una lama – grazie all’ammortizzatore di sterzo regolabile su otto livelli.
Terminato il giro di circa 170 km siamo davvero provati fisicamente. La Dragster 800 RR rimane, come tutte le MV Agusta, una moto impegnativa da guidare a certi ritmi, con una posizione in sella da vera sportiva, completa assenza di protezioni aerodinamiche, sella dura e scivolosa, tante vibrazioni sul manubrio e tanto peso caricato sui polsi. Insomma, “MV Agusta” e “confort” in una stessa frase non ci possono stare. A parte questo dettaglio, rimaniamo piacevolemente impressionati dal lavoro svolto sul set up dell’elettronica.